Mi chiamo Vittoria, ho 17 anni, abito a Quistello e sono una volontaria del Centro d’Ascolto Caritas del mio paese già da un po’ di tempo: prima solo nel servizio estivo, ora anche nel resto dell’anno tutti i giovedì pomeriggio grazie all’alternanza scuola-lavoro.
A gennaio la responsabile del Centro d’Ascolto mi ha proposto di partecipare anche ad un percorso molto particolare e innovativo, chiamato “Giovani per l’Iftar”, che per me è stata una vera e propria rivelazione.
E’ durato cinque incontri, di circa 2 ore ciascuno, nei sabati e domeniche pomeriggio da fine gennaio a inizio marzo, e ha visto la partecipazione in Caritas di 38 giovani dai 13 ai 27 anni, di cui 22 musulmani e 16 cristiani, 23 maschi e 15 femmine, residenti per la maggior parte a Quistello, ma anche a San Benedetto, San Giacomo, Quingentole e Moglia.
Penso che un po’ tutti ci siamo imbarcati in questa avventura senza sapere bene a cosa andavamo incontro, ma animati dalla curiosità verso una religione ed una cultura diverse dalla nostra, desiderosi di fare nuove esperienze e conoscere nuove persone. Ritrovo dopo ritrovo, abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con idee differenti, ma non così tanto, e di lavorare fianco a fianco con uno scopo comune, cosa che tra i giovani è sempre più rara. Oltre a raccontarci vicendevolmente quello che sapevamo su Quaresima e Ramadan, ci siamo divisi in gruppi operativi che, guidati dai ragazzi più grandi, hanno pianificato ogni dettaglio di una grande festa di Iftar, aperta a tutta la comunità, per festeggiare cenando insieme dopo la rottura del digiuno durante una sera scelta a metà Ramadan.
CHRISTIAN
Buonasera, io sono Christian di San Giacomo, 18 anni, approdato in Caritas per gli stessi motivi di Vittoria e aggiungo che…
Dopo settimane di preparativi, merende, risate, foto…
Dopo esserci fatti a vicenda gli auguri sul gruppo whatsapp per l’inizio di Ramadan il 1 marzo e di Quaresima il 5 marzo…
Siamo arrivati a ridosso della data dell’evento un po’ disorientati dalla decisione degli adulti di sospendere l’Iftar programmato a Quistello, ma sollevati dal poter unire le forze con altrettanti giovani per realizzare il primo Iftar presso il Centro Culturale Islamico di Poggio Rusco.
E’ stata una domenica indimenticabile, quel 16 marzo! Sotto un sole splendido, già dal mattino eravamo al lavoro: abbiamo scaricato i tavoli prestati dall’Anspi, addobbato il cortile della moschea con cartelloni e palloncini ed allestito gli stand, tra cui quello con il nostro laboratorio sul dialogo interreligioso. Verso le 16 è iniziata la festa vera e propria, per cui abbiamo finito di apparecchiare mettendo ad ogni posto tavola un sacchettino ricordo con datteri e frasi scelte da noi, abbiamo fatto giocare un gruppo di ragazzi profughi nel nostro stand, ascoltato versetti del Corano sul Ramadan e letto passi del Vangelo sui valori della Quaresima, fino al tramonto, quando abbiamo servito in tavola più di 100 persone. Mi ha colpito il clima di totale fratellanza che abbiamo vissuto quel giorno e lo ricorderò per sempre.
VITTORIA
Questo che vi mostra Ossama è il logo che abbiamo inventato per il nostro gruppo: la mezzaluna araba, che si accosta di solito agli auguri di Buon Ramadan, dalla cui punta non pende la tradizionale lanterna, ma bensì il simbolo pasquale della colomba, come augurio di pace.
Personalmente ho accettato di contribuire a questo progetto desiderosa di conoscere una realtà diversa dalla mia, senza alcuna aspettativa né preclusione perchè non sapevo cosa fosse un Iftar e tantomeno come si organizzasse, ma con l’aiuto dei miei compagni ho avuto l’occasione di contribuire ad un’iniziativa che consigliamo a chiunque, perchè ci ha aperto la mente e ci ha aiutato a conoscere persone meravigliose.

